I nostri dati sono al sicuro? …no!

I nostri dati sono al sicuro? …no!

Non vi stupirò di certo dicendovi che ogni volta accediamo ad un dispositivo, -che può essere uno smartphone, un pc, un tablet- i nostri dati personali sono in serio pericolo, in quanto vengono prelevati automaticamente e nella maggior parte dei casi senza che noi ce ne accorgiamo.
L’evoluzione, la vita “estremamente smart” connessa 24 ore su 24 è indubbiamente un’enorme comodità per decine e decine di azioni che compiamo ogni giorno e che fino ad una ventina di anni fa ce le potevamo solo sognare; ad esempio quanto è comodo effettuare un’operazione bancaria da sotto l’ombrellone senza andare a subire ore di snervanti code presso gli uffici?
Ma…tutti si paga! E quello che rischiamo di pagare noi è una cosa che può sembrare banale ma analizzandola bene così banale non è: la nostra identità!
La vita moderna, la cosiddetta 3.0, è una vita difficile, difficile perché senza accorgimenti il rischio è che i nostri dati strettamente personali possano finire in mani sbagliate e una volta che succede ciò è molto difficile tornare indietro.

Iniziamo parlando dei problemi della navigazione in internet: gli attuali siti sono “profilanti”. Cosa vuol dire? Vuol dire che ogni volta che visitiamo un sito, questi riesce a ricavare informazioni utili sulle nostre abitudini in maniera tale da cercare di pubblicizzare prodotti che potrebbero piacerti.
Vi sarà capitato sicuramente: cercate un paio di scarpe e fate una ricerca in rete. L’indomani andate su un altro sito che non c’entra assolutamente nulla, ma fra i banner pubblicitari compaiono le scarpe in offerta che avete guardato il giorno prima. Quindi una società vi ha profilato inserendovi la pubblicità giusta in un altro momento. Questa non è una coincidenza ma sono le basi del marketing online.
La stessa cosa vi accadrà sicuramente sui social come facebook: vi compaiono prodotti sponsorizzati che avete ricercate prima da un’altra parte.
Non succede nulla di grave sicuramente, ma in qualche modo è stata violata la vostra privacy per scopi commerciali. Il 90% dei casi è puro marketing da aziende sicure….però quel 10% ricordatevi che comprende siti ed aziende che hanno come unico scopo quello di truffarvi (riuscendoci parecchie volte).
E quindi esiste un modo per controllare questa fastidiosa tendenza? La risposta ovviamente è sì ma con i giusti strumenti.
Uno dei più semplici si chiama LightBeam ed è un’estensione di Firefox. Molto semplice da installare cliccando qui,  è subito attivo e vi permette di tracciare tutti i movimenti generati dalla vostra navigazione.
Tramite un sistema di visualizzazione a mappa permette di sapere come i vostri dati sono trattati e soprattutto a chi vanno quando navigate su un sito.
Questo strumento associato alla modalità “navigazione in privato” vi permette di nascondere i vostri riferimenti e analizzarli in maniera da sapere cosa succede quando navigate in una determinata pagina web.

Facebook: nota dolente. Non ne possiamo quasi fare a meno e i più esibizionisti non mancano di postare quotidianamente ogni minimo spostamento oppure qualsiasi cosa comprano.
Non penso sia necessario far sapere che in questo momento siete alle Maldive. Se io fossi un ladro entrando nel vostro profilo riuscire ad organizzare in tutta tranquillità il colpo, non credi?
E se proprio il sano esibizionismo si impossessa di te, almeno posta le foto al tuo rientro.
Diamo in oltre una veloce controllata alla lista di “amici”; ma davvero li conosci tutti? Sei sicuro/a che a furia di accettare amicizie da tutti ,per far vedere che il tuo profilo è letto, non si nasconda qualche malintenzionato che per esempio aspetta che posti le foto delle tue vacanze per vedere dove sei? Penso che una sana ripulita a questa lista male non può fare e stai tranquillo/a: il tuo indice di popolarità non calerà di certo 😊.
Ovviamente il discorso vale per tutti i social: Twitter, Instagram ecc…

Termini e condizioni: ogni volta che installate un giochino oppure un’ app o qualsiasi altra cosa le leggete davvero tutti le condizioni di utilizzo? Ovviamente no. Sapevate che la popolare app FaceApp che ci fa diventare tutti vecchi, ha nelle proprie condizioni di utilizzo che nessuno di noi ha letto, l’autorizzazione a copiare le nostre foto su un server russo di una società di dubbia provenienza? Di cosa se ne facciano di queste foto non lo voglio neanche sapere…
Inoltre ricordatevi che quasi tutte le app per funzionare devono avere obbligatoriamente accesso alla nostra rubrica dei contatti e alla nostra galleria fotografica. Quell’app è davvero utile e fondamentale? Oppure possiamo anche non installarla? Pensateci…

Dati personali: per acquistare o iscriverci a determinati siti è necessario compilare dei form.
Facciamo attenzione a cosa ci chiedono di inserire e se i dati richiesti ci sembrano eccessivi evitiamo semplicemente di registrarci a quel sito. Un esempio: la maggior parte delle volte che inserisco il mio cellulare su un sito web autorizzo una società a vendere il mio numero a centinaia di aziende di telemarketing. Quando vi chiedete perché continuano a disturbarvi i call center, il motivo è questo.
E il problema è che è tutto legale, perché iscrivendovi ad un servizio accettate di vendere i vostri dati perché, come dicevo prima, ovviamente nessuno di noi legge i termini di utilizzo.

Email: questo è stato detto e stradetto ma vi ricordo ancora una volta che nessuna banca vi blocca l’account comunicandolo per email. Se vi arriva un messaggio che qualsiasi vostro servizio è stato bloccato e per risolvere il problema dovete cliccare su un link semplicemente non fatelo! Tranquilli che se c’è qualcosa che non va la vostra banca vi chiama per telefono.
Inoltre adesso stanno arrivando mail che dicono di avervi ripreso in atteggiamenti “poco seri” su siti e chat porno, che vi hanno rubato i contatti e manderanno questi video a tutti i vostri conoscenti. Per rimediare a ciò vi intimano di pare una cifra in bitcoin. E’ ovvio che è una truffa, nessuno vi ha ripreso, nessuno vi controlla e facendo questa operazione regalereste dei soldi ad un delinquente che continuerà ad estorcervi denaro in più riprese con l’arma della minaccia.

Concludo con un paio di consigli: cambiate spesso le password dei servizi che usate di più, fate in modo che siano lunghe almeno 8 caratteri, abbiano una maiuscola, almeno un numero e un carattere speciale (esempio il punto di domanda). Fate in modo che la password non sia una parola che abbia senso, vi faccio un esempio: Cane è molto semplice da intercettare, una password difficile invece potrebbe essere “ilmiocanesichiamaPluto2019?”.
E infine evitate se potete (soprattutto in questo periodo che siamo in vacanza) di usufruire h24 del wifi gratuito pubblico del campeggio o della spiaggia o dell’hotel per esempio: tutti i wifi pubblici hanno una scarsa protezione e sono facilmente intercettabili, quindi occhio a fare operazioni particolari (come aprire la home banking) quando siete sotto questa connessione.

I nostri dati non sono più al sicuro come quando non esistevano i social o internet, questo è un dato di fatto, ma sicuramente possiamo adottare dei comportamenti che limitino il dilagare di alcune problematiche.

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roberto.testini